La Namibia, giovanissima nazione africana è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato e dove è possibile entrare in contatto con culture ancestrali e riti arcaici; una terra che non solo ha fatto da culla a tante civilt&agr ave; ma che ha anche saputo tutelare un patrimonio naturale di straordinaria varietà. Il viaggio comincia a bordo di confortevoli jeep (una ogni 2/max 3 viaggiatori) completamente attrezzate con serbatoi d’acqua, cucine da campo e spaziosi frigoriferi: si costeggia l’aspro deserto del Kalahari per raggiungere Gochas, dove si è accolti dai bagliori infuocati delle prime dune rosse all’ora del tramonto, ma la meta è il Kgalagadi Transfrontier Park, dimora dei celebri – e sempre meno numerosi – leoni dalla criniera nera e di numerosi branchi di felini, fra cui ghepardi e leopardi.
La notte all’interno delle tende collocate sopra i tetti delle jeep sarà un’esperienza indimenticabile: si dorme ascoltando i mille sussurri della savana, i versi degli animali, il soffio del vento sull’erba secca e potrebbe capitare di risvegliarsi al mattino e trovarsi circondati da alcuni felini sonnolenti che hanno scelto il fuoristrada come riparo per la notte.
Il giorno seguente il deserto ha in serbo due sorprese, che si chiamano Quivertree Forest, un bosco di alberi faretra, ribattezzati così perché i Boscimani li utilizzano per costruire appunto le loro faretre, popolato di pappagallini colorati, i famosi inseparabili ed il Giant Playground, una serie di formazioni rocciose geometriche che ricordano dei giganteschi lego per bambini.
Quindi, è la volta del Fish River Canyon Park, spesso paragonato al Gran Canyon americano, e poi della pozza di Garub, dove vi attende lo spettacolo inatteso dei cavalli selvaggi del deserto: l’incontro con i cavalli non sarebbe di per sé qualcosa di speciale, se non fosse che questa regione è incredibilmente inospitale e, a tutt’oggi, non si conosce la provenienza di questi animali. Alcune leggende legano la loro presenza qui ad un naufragio avvenuto sulle coste oceaniche, a 200 km di distanza, a fine XIX secolo, mentre altre teorie ipotizzano che siano stati lasciati liberi dall’Esercito Coloniale Tedesco in ritirata durante la Prima Guerra Mondiale o che gli animali siano scappati durante il bombardamento aereo tedesco sull’accampamento delle truppe inseguitrici Sudafricane a Garub nel 1915.
Poi, il viaggio prosegue facendo rotta verso l’Oceano Atlantico, precisamente verso Luderitz, dove si sosterà due giorni in riva al mare osservando foche, pinguini, vecchi relitti e, con un po’ di fortuna, qualche balena, e dove si potrà cenare a base di ostriche e aragoste, piacevole intermezzo dopo i pasti cucinati nella cucina da campo.
Le tappe successive sono la città fantasma di Kolmanskoppe, semi sepolta dalla sabbia e, avvolta, nelle prime ore del mattino, da una nebbia sottile e umida che viene dal mare e che la ammanta di un’atmosfera davvero spettrale, e Sossusvlei, celebre per le sue dune arancioni e le acacie nere che emergono dalla crosta salina, di colore bianco, come dita scheletriche e rinsecchite. Alba tra le dune del deserto e breve ma spettacolare trekk ing all’Hidden Vlei, prima di rientrare a Windhoek, la piacevole capitale del Paese.
South Kalahari Experience – 13 giorni – partenza 28 ottobre 2017 – Prenotazioni entro il 15 aprile 2017; Quote a partire da 2.960 € – volo escluso.