Gabriele Canu
Filmmaker e fotografo freelance, alpinista, irrequieto, curioso, sognatore. Ligure. Maledettamente appassionato di montagna, natura e attività all’aria aperta. Questo sono io.
Posso contare un migliaio di salite alpinistiche, principalmente su roccia; per quanto non disdegni il gelo e le cascate di ghiaccio, con il caldo ho un rapporto decisamente più intimo e di stima reciproca. Tra le mie escursioni montane, anche un centinaio vie aperte rigorosamente in stile tradizionale: sì, l’avventura è evidentemente la cosa che più mi fa sentire vivo.
Sono ligure e questa è la terra dove torno sempre. Fortunatamente, dei liguri non credo di possedere tutti i tratti distintivi (tranne l’essere un po’ brontolone, ma qui se non lo sei ti stracciano il visto a brandelli). Sono curioso, che è il motivo per cui mi piace il mio lavoro di filmmaker: ti permette di vedere ogni cosa da un punto di vista differente.
Dopo un passato da sistemista informatico, ho deciso di passare a qualcosa di più creativo: fotocamere, gimbal, droni. Ormai la mia videocamera mi segue ovunque: mentre scalo, lungo i sentieri, negli spazi aperti della steppa mongola o tra i giganti del Karakoram, fuori traccia e in mezzo ai boschi a inseguire i riders.
Amo viaggiare e quasi altrettanto perdermi. Riposo poco per sovrabbondanza di sogni e progetti, ma con il mio fidato sacco a pelo dormo in parete, sotto a una pietra ospitale o accanto al fuoco. Difficile incrociarmi in viaggi con le chiappe perennemente incollate al sedile di una jeep, decisamente più probabile trovarmi in mezzo alle montagne: lì mi sento a casa.
Spesso quando viaggio con qualche gruppo finisco per posticipare il volo di rientro di qualche giorno inseguendo idee malsane che stimolano la mia curiosità: come quando dal parco nazionale di Gorkhi-Terelj progettavo di tornare a piedi nella capitale in tre o quattro giorni attraversando le montagne mongole con una mappa unoaduecentomila, o come quando in Karakoram l’etimologia del nome di un villaggio sperso tra le montagne ha fatto sì che andassi a vivere un paio di settimane tra i suoi abitanti per girare un documentario.